Università degli Studi di Pavia

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BOZZI relazione

Progetto:

            La mia ricerca ha per oggetto il testo della cantica In morte di Ugo Bassville di Vincenzo Monti, del quale intendo fornire l’edizione critica, corredandola di un commento analitico (esegetico, inter e intratestuale, metrico, retorico, stilistico, linguistico) e completandola con uno studio (che potrebbe facilmente assumere la forma di un’introduzione) in cui sviluppare articolatamente le riflessioni sul significato dell’operazione montiana, sulla sua interpretazione e fortuna, sull’autoesegesi affidata dal poeta alle note, sul rapporto del poema coi modelli italiani (Dante in primis; ma anche l’Ariosto, cui Monti rimanda spesso nelle note da lui prodotte ai canti primo e secondo) e coi modelli stranieri.

 

Situazione del testo:

            I quattro canti In morte di Ugo Bassville sono stampati a Roma nel 1793 da Luigi Perego Salvioni e pubblicati separatamente. Le note del Monti (che terminano al v. 22 del terzo canto) sono pubblicate a parte, come dichiarato anche nell'occhiello[1][1] del quarto canto. L’edizione è sicuramente d’autore, come rivela la lettura dell’epistolario, da cui emerge un Monti decisamente coivolto nell’iter tipografico-editoriale dei propri versi.

            Basandoci sulle testimonianze dirette del Monti e sulle datazioni proposte dal Bertoldi per alcune lettere, possiamo stabilire che nel maggio 1793 i primi due canti risultano diffusi presso la cerchia dei corrispondenti del poeta; il terzo ha come terminus ante quem della sua composizione il 26 giugno (data della lettera con cui lo invia al Torti); il quarto è «fresco di stampa» nell'agosto, quando Monti lo spedisce al Torti e alla contessa Curtoni Verza (lett. 394); il quinto - nonchè ultimo - foglio delle note è inviato al Torti il 5 ottobre (lett. 405).

            Angelo Romano ha parzialmente ricostruito la storia degli interventi del Monti nelle adunanze dell'Arcadia romana basandosi sulle relazioni dell'Accademia stessa[2][2]. Nel ms. Atti Arcadici, 7 (1790-1823) custodito presso la Biblioteca Angelica di Roma, Romano legge che il 29 marzo Monti declamò «un bellissimo Capitolo in terza rima scritto con molto Entusiasmo, e colori poetici»[3][3] e il 9 maggio «diè termine all'Accademia [...] con un immaginoso Capitolo in terza rima pieno di colori Poetici, di forza di stile, e di evidenza dantesca»[4][4]. È possibile che questi due «capitoli in terza rima» fossero i primi due canti della Bassvilliana, ma per poterne avere la certezza occorrerebbero ulteriori indagini.

Il 21 dicembre 1793 Monti comunica a Bodoni di «trovarsi presentemente ingolfato nel quinto canto del Bassville»; ma a febbraio dell’anno successivo il progetto sembra già naufragato, come si legge nella lettera del 12 febbraio a Francesco Torti, che andava completando le sue Osservazioni Bassvilliane (rimaste inedite e distrutte per volontà del loro stesso autore): «In quanto alla Cantica, tu l'indovini pur troppo. La presente superiorità della Francia disordina senza dubbio il mio piano; ma vi sarebbe anche modo di conciliar tutto, purché si volesse permettere il libero linguaggio della verità e della religione, non della religione de' nostri preti, ma d'Isaia e d'Ezechiele, i quali peroravano la causa di Dio predicando sempre flagelli e castighi e tribolazioni a chi? al popolo circonciso. Se questo solo mi si concedesse, la mia immaginazione non avrebbe mai colti i più bei fiori poetici, e voi vi ostinereste piucché mai nei vostri sublimi deliri».

            Da questo momento in poi tutte le energie polemiche e letterarie del Monti sono tese a far dimenticare il poema a cui egli attribuisce tutte le sue disgrazie, e a causa del quale si trova ad essere «un uomo perseguitato dai Giansenisti di tutto il mondo, e da costoro proscritto, e condannato in Castel Sant'Angiolo, e rovinato nell'opinione del Sovrano, e segnato a dito come un congiurato, come un Giacobino, e tuttavia buon cattolico e uomo d'onore». Come è noto, infatti, la cantica scontenta tutti i soggetti politici e culturali chiamati in causa, e Monti la abbandona per dedicarsi alla Musogonia, con la quale intende risarcire tutti gli associati all’edizione della Bassvilliana: «Ho anche voglia di mandarvi un saggio già stampato della mia Musogonia succeduta al sonno forse eterno del poema Bassvilliano: dico eterno, perché il rovescio delle vicende d'Europa distrugge tutto il mio piano, e non lascia più veruna speranza di fine al Purgatorio del mio povero Eroe».

            Il Monti torna a farsi promotore di un’edizione della cantica soltanto nel 1821, dopo quasi trent’anni dalla prima edizione. Nel giugno 1821, scrivendo al senatore Filippo Maffei, Monti fa riferimento ad un’edizione della Bassvilliana «ripurgata da mille errori di cui le tante ristampe l'aveano contaminata». È dell’autunno dello stesso anno una lettera in cui segnala al Resnati (editore della cantica) alcuni errori sfuggiti alla revisioni, intoducendone tuttavia altri, il che getta un’ombra sull’attendibilità di alcune scelte operate dal poeta in questa edizione (come, ad esempio, quella di ripristinare una prima lezione erronea dal punto di vista “astronomico”- e difatti corretta nella stessa princeps - circa una perifrasi indicante il giorno 21 gennaio 1793, data dell’uccisione di Luigi XVI).

            Dal 1821 in poi la Bassvilliana è edita secondo il testo riveduto e corretto dell’edizione Resnati, con l’eccezione dell’edizione Bettoni 1821 e Fontana 1825.  Non esiste un’edizione critica della cantica, per cui a tutt’oggi l’edizione filologicamente più attendibile è ancora quella del Bertoldi (riproposta nel 1969 dal Bezzola per la UTET ), che si basa sul testo dell’edizione Resnati del 1842 e segnala in poche note alcune lezioni della princeps.

            Dalle ricerche precedentemente condotte dagli studiosi del Monti (con cui mi mantengo costantemente in contatto) e da me proseguite, non è emerso materiale autografo riguardante la cantica.

           

Lavoro svolto in questo primo anno.

            In primo luogo ho avviato un censimento delle edizioni dell’opera, al fine di ricostruirne nel modo più dettagliato possibile la storia editoriale e fornire una bibliografia se non esaustiva, almeno attendibile delle edizioni della Bassvilliana; l’operazione si è rivelata invero assai complicata a causa dei numerosi errori e imprecisioni rintracciate nei repertori bibliografici e nelle descrizioni dei cataloghi delle biblioteche; a ciò si aggiunga l’esistenza di numerose edizioni prive di indicazioni tipografiche e spesso anche di data e luogo di stampa; un’ulteriore complicazione deriva dal fatto che la cantica è stata messa in vendita a fascicoli, elemento questo che ha dato luogo a numerose contaminazioni nelle edizioni successive e al proliferare nelle biblioteche di un elevato numero di esemplari costituiti dall’unione di fascicoli appartenenti a più edizioni.

            Per il censimento mi sono affidata in primo luogo ai principali repertori bibliografici di edizioni sette-ottocentesche, alle bibliografie montiane del Vicchi e del Bustico (oggettivamente datate e lacunose) e alle successive integrazioni (è fresca di stampa una nuova bibliografia montiana curata da Angelo Romano, che non ho potuto consultare perchè non ancora disponibile presso le librerie); in seguito ho consultato i cataloghi on-line delle biblioteche italiane e straniere; i cataloghi cartacei digitalizzati disponibil in rete; i motori di ricerca del mercato antiquario.

            Ho inoltre controllato la stampa periodica degli anni 1793-1794, alla ricerca di segnalazioni e recensioni di edizioni, sulla scia di quanto operato da Andrea Cristiani per il convegno montiano di Forlì (2004). Le testate già spogliate sono:

 

Effemeridi letterarie di Roma

Corriere di Gabinetto

Giornale enciclopedico di Milano

Gazzetta enciclopedica di Milano

Corriere Milanese

Memorie per servire all’istoria letteraria e civile

Giornale della letteratura italiana

Il Genio Letterario d'Europa

 

            Mi restano da spogliare l’ Antologia romana, Il Nuovo giornale letterario d’Italia, Il Chracas, Il Giornale Ecclesiastico di Roma.

            Mi sono poi recata personalmente nelle principali biblioteche emiliane (nelle città di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ravenna, Forlì, Ferrara), e lombarde (Milano, Pavia, Mantova, Bergamo, Cremona), nonchè a Torino (Biblioteca Nazionale Universitaria, Bilioteca Storica della Provincia).

            Attraverso saggi di collazione e valutazioni degli elementi tipografici e bibliologici sono arrivata ad identificare per la Bassvilliana almeno 60 edizioni in vita l’autore, molte delle quali hanno visto ulteriori ristampe.

            Fortunatamente l’epistolario ci aiuta a fare una selezione delle edizioni rilevanti dal punto di vista ecdotico, perchè ne ricaviamo che il Monti smette di lavorare alla cantica (ed, anzi, inizia a detestarla) già nei primi mesi del 1794, per “riconciliarsi” con essa solo nel 1821. Le edizioni d’autore sembrano essere dunque due, la Salvioni del 1793 e la Resnati 1821, quest’ultima ristampata due volte nello stesso anno (con poche varianti grafiche), e riproposta nell’edizione complessiva della produzione montiana per la Società Tipografica dei Classici Italiani (1826).

           

 

Prossime fasi della ricerca.

 

            Come già detto, intendo pubblicare il testo del 1793 e affidare all’ apparato le varianti genetiche (sto valutando però l’opportunità di segnalarle e discuterne nella sola Nota al testo, dato che sono interessati solo due luoghi) e le varianti evolutive dell’edizione riveduta e corretta del 1821.

            Il testo della princeps è già stato trascritto: è ora il momento di lavorare su di esso operando i necessari emendamenti e le scelte editoriali più opportune per la resa del sistema interpuntivo e della veste grafico-fonetica (trattandosi di un’edizione sorvegliata dall’auotre, intendo attenermi a criteri piuttosto conservativi).

            Ho inoltre in programma di recarmi a Roma con lo scopo di consultare ulteriori esemplari della princeps, approfondire la ricerca di redazioni manoscritte e di materiale utile alla ricostruzione della storia genetica (ritengo in tal senso auspicabile la consultazione delle carte dell’Archivio di Stato relative alla censura e alle pratiche per l’imprimatur, nonchè degli atti dell’Accademia dell’Arcadia conservati presso la Biblioteca Angelica). Inoltre avrò la possibilità di completare lo spoglio dei periodici sulle testate locali.

            Una breve visita alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e mi consentirebbe inoltre di consultare altri esemplari della princeps e alcune edizioni di cui non sono riuscitaa reperire esemplari nelle biblioteche in cui mi sono già recata.

            Parallelamente mi sto dedicando alla lettura di profili storico-biografici sul Monti e a saggi storici e lettarari sulla Roma di fine Settecento e sulle reazioni della cultura italiana agli avvenimenti di Francia.

            Per il prossimo autunno intendo concludere questa prima parte della mia ricerca con la definizione dell’edizione critica corredata dagli apparati e dalla Nota al testo, in cui verosimilmente svilupperò tutte le riflessioni in questa sede appena accennate.

            Il secondo anno del dottorato sarà interamente dedicato alla produzione del commento al testo, sostenuto dall’approfondita lettura della bibliografia critica sul poeta.

 

 

 

 


 [1]«CANTO QUARTO |[fuso] |Gli altri si daranno in appresso | [fuso] | LE NOTE A PARTE».

 [2]Cfr. Angelo Romano, Autonide Saturniano in Arcadia. Appunti sul soggiorno romano di Vincenzo Monti (1778-1797) in Vincenzo Monti a Roma, Manziana, Vecciarelli, 2001, p. 57.

 [3] Biblioteca Angelica di Roma, ms. Atti Arcadici, 7 [Atti arcadici scritti nel Custodiato di Luigi Godard in Arcadia Cimante Micenio], c.33v.

 [4] Ms. Atti Arcadici 7, c.36r.

 [5]Pizzamiglio G., Per il testo della «Bassvilliana», in Saggi di linguistica e di letteratura in memoria di Paolo Zolli, a c. di G. Borghello, M. Cortelazzo e G. Padoan, Padova, Antenore, 1991, pp. 607-18.

  

 


 

 

 

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